Legge di bilancio: nessuna stangata su Bitcoin

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14 dicembre, 2024 - Staff

L’aliquota sulle plusvalenze cripto resta al 26% nel 2025: decisiva la collaborazione tra Governo, parlamentari e industria. Prevista anche procedura di rivalutazione al 18% ed eliminazione dell’esenzione sotto i 2000 euro di plusvalenza.

Aggiornato alle 14:30 del 14 dicembre, in base alle bozze di maxi-emendamento

CheckSig, leader nei servizi Bitcoin e cripto per investitori privati e istituzionali, esprime soddisfazione per la decisione del Governo di mantenere l’aliquota sulle plusvalenze da criptoattività al 26% nel 2025, evitando l’aumento al 42% inizialmente proposto nella legge di bilancio. Questa scelta garantisce una regolamentazione equa: mantiene la tassazione cripto allineata alle altre attività finanziarie ed evita distorsioni tra investimenti diretti e indiretti nel settore. Si prevede un aumento al 33% nel 2026: scelta contraddittoria, forse segnale di un prossimo aumento generalizzato delle aliquote sui redditi da capitale. Eliminata l’esenzione per le plusvalenze sotto i 2000 euro e resa possibile la rivalutazione del prezzo di carico ai valori del prossimo primo gennaio pagando il 18% del capitale.

Collaborazione tra istituzioni e industria

La proposta di incremento dell’aliquota aveva suscitato critiche da parte di investitori, imprenditori e professionisti del settore, culminate in una lettera aperta al Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF). CheckSig, insieme a operatori come Young Platform, Conio e Binance Italia, ha promosso il dialogo con Governo e Parlamento. È stato rilevante il supporto del mondo accademico e delle professioni: tra i firmatari Filippo Annunziata, esperto selezionato dal MEF per la riscrittura del Testo Unico sulla Finanza, e Francesco Avella che ha contribuito alla stesura degli emendamenti accolti nella norma. Ferdinando Ametrano, CEO di CheckSig e primo firmatario dell’appello, ha dichiarato: «Il Governo ha dimostrato attenzione e responsabilità, evitando una misura che avrebbe aumentato le tasse per quasi 2 milioni di italiani, colpendo soprattutto giovani e imprese innovative. Resta però al momento incomprensibile la ragione del previsto aumento al 33% nel 2026, forse segnale di un aumento generalizzato di tutte le aliquote sui redditi di natura finanziaria; un segnale comunque contraddittorio per un governo che dice di non voler aumentare le tasse».

La scelta equilibrata del Governo

CheckSig ha sostenuto un confronto costruttivo con le istituzioni, sottolineando la necessità di un quadro fiscale giusto e chiaro. L’ufficio del viceministro Maurizio Leo ha svolto un ruolo cruciale nel processo di revisione normativa, collaborando con i parlamentari coinvolti. La Lega, attraverso Giulio Centemero e Federico Freni (sottosegretario al MEF), ha osservato che «un incremento così drastico [dell’aliquota] rischiava di incentivare il sommerso a discapito di un mercato in crescita e ricco di opportunità». Banca d’Italia, in audizione parlamentare, aveva sottolineato che l’aumento avrebbe avuto «un effetto trascurabile sul gettito» ma avrebbe modificato «in misura sostanziale il livello di tassazione adottato appena due anni fa», aggiungendo che «l’instabilità normativa e l’innalzamento dell’aliquota di prelievo potrebbero indurre a occultare le proprie attività, ad esempio trasferendole presso operatori extra-UE».

Per il 2025, il Governo ha sostanzialmente accolto il quadro fiscale suggerito da Fratelli d’Italia. Marcello Coppo e Marco Osnato (presidente della commissione Finanze alla Camera) avevano presentato una proposta «nata dopo confronti proficui con importanti realtà italiane del settore che hanno [evidenziato] opportunità per il sistema economico e produttivo nazionale». Tale proposta, «pur riportando [l’aliquota] al 26%, permette una crescita sostenibile delle entrate di bilancio [tramite] una procedura di rivalutazione al 16% [ndr: il Governo ha in realtà scelto 18%] e l’eliminazione dell’esenzione sotto i 2000 euro di plusvalenza».

L’impegno continuo di CheckSig

CheckSig continuerà a promuovere una regolamentazione giusta e chiara, favorendo il dialogo con le istituzioni e contrastando qualsiasi tentativo di discriminazione degli investimenti in criptoattività. L’azienda ribadisce l’impegno a supportare i clienti nella conformità fiscale, garantendo soluzioni di trading e custodia sicure, trasparenti e certificate.

Scarica il comunicato stampa

Informazioni su CheckSig

Fondata nel 2019 come spin-off del Digital Gold Institute, il principale think tank italiano su Bitcoin, crypto-asset e blockchain, CheckSig è una fintech italiana che offre soluzioni Bitcoin e cripto per investitori privati e istituzionali. La sua missione è rendere semplice e sicuro l’accesso a questa nuova asset class di investimento, offrendo compravendita, custodia, staking, assolvimento degli adempimenti fiscali, formazione e informazioni: un ecosistema integrato, affidabile e trasparente, disponibile anche in logica B2B2C come infrastruttura tecnologica Crypto-as-a-Service clear.checksig.com. CheckSig è la prima al mondo a fornire prova-di-riserve pubblica dal 2020 ed è tuttora l’unico custode a farlo; è l’unica realtà cripto in Italia ad avere coperture assicurative (Munich RE) e attestazioni SOC1/SOC2 Type II, ovvero audit continui effettuati da Deloitte sulla qualità dei controlli di sistema e organizzativi. Dal 2024, è il primo e finora unico operatore cripto italiano a svolgere il ruolo di sostituto d’imposta. Svolge inoltre il ruolo di custode del pegno in prestiti euro garantiti da criptoattività.

Contatti: press@checksig.com

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