23 aprile, 2024 - Ferdinando Ametrano
Lo scorso 20 aprile c’è stato l’halving, il fenomeno per cui ogni circa 4 anni si dimezza la quantità di Bitcoin che vengono emessi. È il quarto halving dalla nascita di Bitcoin nel 2009 ed è, quindi, il suo quarto compleanno. Infatti, per Bitcoin il tempo si misura in “blocchi” e servono 210.000 blocchi per completare un ciclo, cioè un anno Bitcoin. Un ciclo Bitcoin dura quattro anni terrestri, come se Bitcoin fosse un pianeta situato nel sistema solare tra Marte, dove un anno corrisponde a poco meno di due anni terrestri, e Giove, dove un anno corrisponde a circa dodici anni terrestri. Ad ogni nuovo ciclo si dimezza l’emissione di nuovi Bitcoin, in modo da garantirne la progressiva scarsità, e il quinto ciclo appena iniziato è caratterizzato dall’emissione di 3,125 Bitcoin per blocco.
Questa emissione è utilizzata per ricompensare i “minatori”, cioè i soggetti che aggiornano il libro contabile di Bitcoin, registrando le transazioni che avvengono sulla rete. Questo libro contabile è chiamato “blockchain”, catena di blocchi: se un registro cartaceo è composto di fogli, questo è invece una sequenza di blocchi. Ogni blocco contiene molteplici transazioni e i minatori aggiungono un nuovo blocco ogni dieci minuti circa. I minatori devono impegnare una grande potenza computazionale per creare un nuovo blocco: il minatore che ci riesce è remunerato con l’emissione di nuovi Bitcoin. Siccome l’emissione è registrata proprio nel medesimo blocco appena finalizzato, il minatore che lo ha prodotto è indotto all’onestà: se producesse un blocco contenente transazioni invalide, questo verrebbe rigettato dalla rete Bitcoin e il minatore perderebbe la sua ricompensa, vanificando il suo lavoro. Inoltre, lo sforzo computazionale speso per finalizzare un blocco diventa la garanzia che chi volesse manipolarlo deve spendere altrettanta energia e tutta quella necessaria per aggiornare i blocchi seguenti nella catena, un costo che diventa rapidamente insostenibile e rende la blockchain di Bitcoin sicura.
In passato l’halving ha sempre coinciso con cicli rialzisti, per questo alcuni immaginano che il fenomeno si ripeta anche questa volta. In realtà l’halving è ormai quantitativamente poco rilevante: i bitcoin emessi ogni anno (il cosiddetto “flow”) sono trascurabili rispetto alla quantità in circolazione (lo “stock”). Perciò, anche se i minatori devono vendere parte dei Bitcoin ottenuti per coprire i costi operativi, questo quantitativo non impatta significativamente i volumi scambiati sul mercato. Inoltre, essendo un fenomeno deterministico, l’halving era totalmente già incorporato nel prezzo Bitcoin che, infatti, ha segnato rialzi vertiginosi nel 2023 e in questo inizio 2024 ma non si è praticamente mosso a cavallo dell’halving. Oggi l’halving è quasi un fenomeno di marketing o, appunto, una festa di compleanno: così come tutti vengono coinvolti nell’evento delle Olimpiadi o dei mondiali di calcio, anche quelli che non seguono lo sport, similmente anche chi non segue Bitcoin ogni quattro anni ne constata la salute e l’accresciuta rilevanza.
Se l’halving non è stata una notizia rilevante per il prezzo di mercato, è invece molto rilevante che a seguito dell’ultimo dimezzamento di emissione il rapporto stock/flow, utilizzato come misura di scarsità relativa, sia balzato a 120. Con questo salto Bitcoin ha superato l’oro fisico, per secoli il campione incontrastato con uno stock/flow di circa 62. Insomma, Bitcoin è più raro dell’oro fisico e questa evidenza è certamente destinata a rafforzare la comprensione di Bitcoin come bene rifugio piuttosto che investimento meramente speculativo. Le quotazioni di mercato sono state dominate negli ultimi mesi dall’ingresso di capitali tramite gli Etf Bitcoin autorizzati ad inizio anno. L’ingresso è avvenuto con un’intensità che ha frantumato qualsiasi precedente record e ha portato gli Etf Bitcoin ad essere secondi solo agli Etf sull’oro. È possibile immaginare nei prossimi mesi uno storico sorpasso e quindi nuovi record di prezzo per Bitcoin.
Il dimezzamento della ricompensa per i minatori diminuisce proporzionalmente la loro profittabilità e ne abbiamo visto l’effetto nei prezzi delle aziende di mining quotate. Non abbiamo, invece, ancora visto in rete la diminuzione della potenza computazionale utilizzata nella loro attività. Sarebbe ovvio attendersi che venga dismesso l’hardware non più profittevole ma questa dismissione sembra rimandata perché la profittabilità non è ancora davvero diminuita. Da un lato il prezzo Bitcoin è cresciuto tantissimo negli ultimi 15 mesi, dall’altro c’è stato un aumento sorprendente e del tutto eccezionale delle commissioni transazionali Bitcoin, incassate dai minatori, che hanno più che compensato il dimezzamento dell’emissione. Questa sorpresa è dovuta al lancio delle cosiddette “Rune”, un’estensione del protocollo Bitcoin che permette di creare oggetti diversi da Bitcoin ma che possono essere scambiati con la stessa tecnologia. È probabile che questa innovazione nel tempo possa perdere interesse e quindi valore: su questo terreno la piattaforma Ethereum ha un grande vantaggio e chi è interessato a Bitcoin oro digitale non vede di buon occhio le Rune.
Il quinto ciclo Bitcoin, appena iniziato, promette di essere caratterizzato dall’adozione da parte della finanza tradizionale di quello che fino a poco tempo fa veniva visto come un fenomeno controverso se non addirittura negativo. Quello che internet ha rappresentato per l’informazione, Bitcoin lo sarà per la trasmissione del valore. Se ancora ci sono evidenti resistenze, sono però oggi più evidenti le aperture: l’ingresso di grandi asset manager internazionali come BlackRock e Fidelity, il suggerimento dell’associazione internazionale dei consulenti finanziari di allocare in Bitcoin il 2,5% del portafoglio, l’entrata in vigore in Europa del regolamento sui mercati di cripto-attività, il chiarimento generalizzato dell’inquadramento fiscale del fenomeno cripto. Insomma, si sta depositando la polvere della corsa all’oro (digitale) che ha finora caratterizzato il Far West Bitcoin, nasceranno le nuove San Francisco e JP Morgan, sorgerà una Silicon Valley ad oggi inimmaginabile. Se all’inizio degli anni 2000, pur avendo chiara la rilevanza di internet, era difficile immaginare Amazon, Facebook, Google, Netflix o gli smartphone, oggi è difficile immaginare quello che diventerà realizzabile nei prossimi cicli Bitcoin. Per ora possiamo cavarcela così: buon compleanno Bitcoin, altri trenta di questi cicli!
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