21 ottobre, 2022 - Staff
Si è svolta settimana scorsa la presentazione della tredicesima edizione del report trimestrale su ecosistema Bitcoin, crypto-asset e blockchain curato dal Digital Gold Institute, il principale think tank italiano dedicato al fenomeno Bitcoin e alla scarsità in ambito digitale. La registrazione dell’evento e le slide presentate sono disponibili da oggi sul sito dell’Istituto (www.dgi.io/reports).
Ferdinando Ametrano, Direttore Scientifico del DGI e docente di Bitcoin and Blockchain Technology a Milano-Bicocca ed ESSEC Business School, ha dichiarato:
“Il terzo trimestre del 2022 è stato un momento di importante consolidamento del mercato dei crypto-asset. Dopo i significativi ritracciamenti del secondo trimestre 2022 (-56%), nel terzo trimestre Bitcoin ha mostrato maggiore stabilità, chiudendo il periodo con una correzione del 3%. La volatilità a un anno è scesa ulteriormente raggiungendo il 66%, paragonabile a quella di hot tech stock come Netflix (69%) e Tesla (63%). Il livello di correlazione con il mondo equity rimane significativo (54% con NASDAQ e 51% con SP500) in forza della significativa istituzionalizzazione dell’asset osservata da inizio 2020. Gli investitori istituzionali interpretano oggi Bitcoin al pari di altre asset class, soggette alla corsa verso la liquidità osservata da inizio anno ad oggi. Al contempo la quantità di Bitcoin detenuta presso gli Exchange -e quindi disponibile alla vendita- è ai livelli più bassi degli ultimi mesi, segnale che esiste un crescente zoccolo duro di investitori di lungo periodo. Quindi se da un lato osserviamo una importante finanziarizzazione di Bitcoin da parte del mondo degli investitori istituzionali, dall’altro cresce il numero di investitori retail che lo interpretano come bene rifugio che possa rappresentare l’equivalente digitale dell’oro, particolarmente interessante in un momento di generale incertezza sui mercati finanziari.”
Sul fronte degli altcoin, Ametrano ha evidenziato che “la correlazione tra crypto-digitali, pur restando altissima, è scesa nel corso dell’ultimo biennio. Ether è oggi correlato all’86% con Bitcoin su orizzonte annuale ed inizia a distinguersi da Bitcoin anche per la sperimentazione tecnologica che lo ha visto passare dal modello di validazione Proof-of-Work (PoW) a quello Proof-of-Stake (PoS), a basso consumo energetico e più consono ai criteri ESG. Il tempo dirà se PoS sia in grado di garantire i medesimi livelli di sicurezza e decentralizzazione di PoW; nel frattempo nonostante alcune difficoltà di scalabilità del protocollo, il modello delivery-vs-payment di Ethereum ha chiaramente conquistato un pubblico di investitori trasversale.”
Infine, Ametrano ha sottolineato che “in Europa il contesto regolamentare vede significativi elementi di chiarimento e, soprattutto, l’emergere di attori regolati ed affidabili; negli Stati Uniti il dibattito regolamentare è molto più avanzato, alla frontiera di sfide nuove come la possibilità di bandire l’utilizzo di protocolli tecnologici” ed ha così introdotto i due guest speaker che hanno approfondito questi temi.
Michele Mandelli, guest speaker e Managing Partner di CheckSig, ha sostenuto che:
“Bitcoin e cripto sono ormai un’asset class investibile. Le sue caratteristiche di liquidità e volatilità sono comparabili a quelle di altre asset class tradizionali, mentre il quadro regolamentare si va sempre più definendo. La domanda è elevata e in crescita, soprattutto da parte della clientela Private e dei Family Office. La nostra ricerca ha evidenziato che questi attori nel 46% dei casi hanno già investito nell’asset, con orizzonti temporali che vanno oltre i cinque anni.
La crescente popolarità delle cripto rende urgente che chi accompagna questi investitori nelle loro scelte si attrezzi con una serie di servizi e strumenti in grado di consentire un accesso trasparente e sicuro a questa nuova asset class. La custodia sicura è il tassello fondamentale in questo processo ed è già oggi facilmente accessibile, in quanto abilitatori come CheckSig mettono già a disposizione la struttura e la tecnologia necessaria. È quindi semplicissimo per banche e consulenti dare alla propria clientela accesso sicuro e trasparente al mondo cripto nel perimetro dei servizi di investimento e advisory tradizionali, riducendo i rischi per i loro clienti e creando nuove linee di business. A riguardo, CheckSig **offre garanzie uniche nel panorama mondiale. Infatti, oltre a coperture assicurative, attestazioni SOC e prova di riserva,l’infrastruttura cripto plug & play di CheckSig integra custodia ultra sicura e logiche di best execution in un modello di Crypto-as-a-Service**”
In chiusura Andrea Pantaleo, Lead Lawyer di DLA Piper, ha commentato i recenti sviluppi normativi in materia di antiriciclaggio:
“Negli Stati Uniti, OFAC ha inserito nella lista SDN (Special Designated Nationals And Blocked Persons List) Tornado Cash, uno dei più noti coin-mixer esistenti sulla rete Ethereum, che permette di rendere non tracciabile la provenienza e destinazione di fondi su blockchain. Il provvedimento vieta alle US persons di interagire con il protocollo, poiché - pur utilizzato anche per tutela della privacy – sarebbe prevalentemente utilizzato per riciclaggio di fondi di provenienza illecita. Il provvedimento ha sollevato un grande interrogativo di legittimità: non essendoci un soggetto responsabile o gestore, la sanzione è stata di fatto applicata ad un software.
Non del tutto diversa è però la bozza di Regolamento EU Transfer of Fund, che proibisce ai prestatori di servizi crypto di interagire con provider (o protocolli) per i quali non è possibile identificare un soggetto responsabile. A differenza però del provvedimento OFAC, il Regolamento non proibisce in generale la ricezione di fondi provenienti da coin-mixer, a condizione che l’utente riesca a darne giustificazione.
Rimane il dubbio che, avendo la SEC paventato l’ipotesi che tutte le transazioni su rete Ethereum ricadano sotto giurisdizione US, dal momento che la maggioranza dei nodi si trovano su territorio statunitense, l’ordine OFAC possa ritenersi dalle autorità americane applicabile anche a cittadini ed enti non-US che effettuino o facilitino transazioni con Tornado Cash”
Al termine dell’evento è seguito un dibattito riservato con esponenti del mondo politico, finanziario, industriale, accademico, consulenziale e giornalistico. Gli interventi hanno toccato diversi temi: gli impatti dello scenario macroeconomico, le prospettive di adozione di Bitcoin come asset di riserva, e il ruolo delle CBDC come potenziale acceleratore del mondo cripto.
Fondato nel 2018, il Digital Gold Institute (www.dgi.io) è il principale think tank italiano dedicato al fenomeno Bitcoin, inteso come esperimento per la creazione della scarsità in ambito digitale. DGI promuove Bitcoin nel dibattito pubblico e nel mondo accademico attraverso ricerca e sviluppo, formazione, consulenza operativa e strategica. Inoltre, sostiene iniziative imprenditoriali nel campo cripto. Nel 2019, come spin-off dell’Istituto, è nata CheckSig, che ha la missione di semplificare l’investimento in Bitcoin e asset digitali per investitori privati e istituzionali. In partnership con l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, DGI è membro fondatore del Crypto Asset Lab, la cui conferenza annuale è co-organizzata assieme alla direzione generale Joint Research Center della Commissione Europea.
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